Nella millenaria storia della Chiesa, le gemme occuparono ed occupano un posto di tutto rispetto poiché, nel corso dei secoli per tante volte, si sono sostituite alle parole in un linguaggio universale fatto di simboli e di segni che ha prodotto un processo tradizionale ormai irreversibile.
Che poi le gemme siano entrate a pieno titolo nel simbolismo della liturgia cristiana, derivando da altre tradizioni, non è cosa certissima sebbene sia avvalorata dalle notizie che ci vengono niente meno che dalla Bibbia, meglio dal Vecchio Testamento, dove le pietre sono più volte citate a proposito di valori ispiratori di indubbio significato simbolico ed allusivo.
Ci sono addirittura prescrizioni che vengono direttamente dalla voce di Dio in quanto a confezione di oggetti cultuali che dovranno servir al Popolo eletto per credere anche vedendo, in attribuzione alla rarità dei cristalli ed all’insostituibile valore cromatico.
Così Mosè ascolta la parola del Creatore a proposito della costruzione del razionale ad uso del Sommo Sacerdote ebraico: «Farai inoltre il pettorale del giudizio, lavorato a ricamo alla maniera dell’efod; di oro, di violaceo, di porpora, di scarlatto e di lino fine ritorto; di forma quadrata e doppio, lungo e largo una spanna, vi fisserai sopra i castoni quattro file di tre pietre ciascuna ...» e questo secondo la narrazione del libro dell’Esodo al cap. 28.
Inoltre le gemme rappresentavano le dodici Tribù di Israele ed erano indicate secondo l’ordine previsto nel libro della Genesi, vale a dire:
-tribù di Ruben - la SARDONICA (varietà del Quarzo);
-tribù di Sim’on - il TOPAZIO;
-tribù di Levi - lo SMERALDO (varietà di Berillo);
-tribù di Jehudah - il RUBINO (varietà del Corindone);
-tribù di Zebulun - lo ZAFFIRO (varietà del Corindone);
-tribù di Issahar - il DIAMANTE;
-tribù di Dan - un’OPALE;
-tribù di Gad - un’AGATA (varietà del Quarzo);
-tribù di Aser - un’AMETISTA (varietà del Quarzo);
-tribù di Naftali - un CRISOLITO;
-tribù di Josef - un ONICE (varietà del Quarzo);
-tribù di Benjamin - un DIASPRO (varietà del Quarzo).”
Sono dunque queste le gemme privilegiate da Dio?
Alla luce delle scritture parrebbe di no poiché molti altri cristalli sono chiamati ad essere interpreti di un disegno espresso tramite il colore, la trasparenza e la bellezza.
Le pietre preziose sono dunque ancelle che rendono maggiore gloria al Creatore del mondo e bene si addicono per interpretare in senso visivo, certi valori che difficilmente si sarebbero compresi solo nel valore della parola o del concetto.
Anche presso i romani, adoratori di divinità pagane, le gemme acquisirono un particolare attributo, tanto da farne ragione di vere e proprie battaglie per il loro possesso; inutile sottolineare come gli imperatori nella loro pressoché sconfinata vanità, ebbero molto a cuore le più splendide pietre ritrovate nelle colonie dell’impero.
Romani, greci ed egizi conoscevano l’arte della glittica, cioè sapevano incidere le gemme e quindi potevano ricavarne anche amuleti per loro credenze religiose, oltre che per i sigilli.
Plinio narra di quanto sonasse a pazzia per i romani la ricerca affannata delle pietre preziose, mentre l’Imperatore Elio-Gabalo portò quella moda all’esasperazione tanto da farsi realizzare abiti intessuti con gemme e delle calzature tempestate di cristalli sfaccettati, ottenuti dal suo fornitore di calzari per un prezzo esorbitante.
Quelle gemme erano sicuramente dei quarzi, granati, topazi, berilli e corindoni cioè pietre adattabili ai metodi di sfaccettatura in uso a quel tempo.
Senza dubbio il popolo di Roma ed i suoi capi non usavano diamanti sfaccettati poiché non erano in grado di produrre un soddisfacente trattamento; forse li polivano, vale a dire ripulivano le facce naturali, infatti in tutti gli scavi archeologici finora intrapresi, non si sono mai trovati diamanti lavorati secondo lo schema a noi abituale, ma tutti quelli rinvenuti hanno evidenziato, come si è detto, il solo polimento.
Ma torniamo alla tradizione biblica per aggiungere che di ben nove gemme era ornato Lucifero prima della sua cacciata negli inferi, quando ancora comandava le schiere angeliche e quelle pietre rappresentavano i nove cori degli Angeli.
Più volte poi si narra come Dio apparisse appoggiato a pavimenti di Lapislazzuli o Malachite che senza dubbio erano le pietre più rare dell’antichità biblica dopo quelle trasparenti indicate dal libro dell’Esodo.
Ed ancora nel libro dell’Apocalisse di San Giovanni si legge della qualità delle gemme sulle quali si fonda la nuova Gerusalemme, mentre San Paolo si adopera per collocare la preziosità delle gemme simile alle virtù che deve possedere l’uomo timorato di Dio.
Addirittura alcuni Autori sostengono che le pietre preziose usate nelle forme previste da antiche tradizioni raffiguravano visivamente la gloria della Chiesa trionfante che si avvale dell’unicità dei cristalli in figura di tutti i riti delle varie chiese minori che ad essa sono unite pur nella diversità delle usanze, della liturgie, così come le pietre vengono dall’unico Creatore del mondo.
Per quanto concerne l’uso dei metalli preziosi è opportuno sottolineare che nei primi tempi del cristianesimo o almeno dopo l’Editto di Costantino, l’argento occupava un posto di grande rilievo soprattutto per la sua nota dote di purificare che bene si addiceva all’esigenza religiosa di purificazione dell’anima ed anche per la rarità della sua presenza nel contesto del mondo allora conosciuto.
Molta suppellettile era realizzata con l’utilizzo dell’oro lavorato con differenti tecniche, tutte intese ad ottenere il miglior risultato estetico.